sabato 29 ottobre 2011

La Presentazione

E così la presentazione è andata.
Dopo averla aspettata e temuta così tanto, faccio quasi fatica a crederci...
A voler vedere, ho fatto una certa fatica a crederci per tutto il tempo. Possibile che fossi proprio io, che fosse proprio il mio libro?
Libreria affollatissima - la saletta era strapiena, e dopo non so più quante copie ho firmato...
All'inizio ero agitatissima, anche se Maria Elena ha fatto del suo meglio per rassicurarmi... oh, by the way: ecco un'altra cosa che mi fa effetto: chiamarla Maria Elena, lei che era la mia prof. d'Inglese al Liceo.
- Ah, ma adesso ci diamo del tu, non siamo più in classe! -
E grazie, e con piacere, ma non so che farci: fa effetto anche questo. E sono molto contenta che fosse lei a presentarmi, perché è bravissima, e ci ha messo dell'entusiasmo vero e proprio.
Ecco, se vogliamo, sarei volentieri morta un pochino quando ha detto che a scuola i primi anni parlavo sempre a voce così bassa che mi chiamavano Sussy - short for Sussurro - ma è stato solo un attimo d'imbarazzo abissale a fronte di una giornata meravigliosa.
C'era proprio un sacco di gente: amici, conoscenti, clienti del vivaio (compresa l'assessora al verde pubblico, che ha tirato fuori un'altra volta la faccenda della ragazza tutta fiori e sogni), colleghi di papà, sconosciuti...
C'era persino la stampa locale - nella forma non simpaticissima di uno che mi ha chiesto quanto c'è del mio vissuto nei miei libri... il mio vissuto, per carità!
E voleva sapere se il titolo fa riferimento a qualche realtà politica più attuale... Gli ho detto che fa riferimento alla via dell'università a Pavia, punto. Non so se l'articolo dirà che sono molto simpatica.
E poi ho firmato, firmato, firmato... Alla fine ho perso il conto, mi sono messa ad ascoltare il brusio della gente, ho cominciato a firmare un po' a caso, e mi sembrava un po' un sogno.
Marcella dice che è una sindrome da prima volta, e che ci farò presto l'abitudine - e allora perderò un po' di poesia.
- L'importante è non spaventarti e non gasarti, - e questo è, I'd say, il suo mantra personale.
D'accordo, forse non mi spaventerò più (almeno non così tanto) e cercherò di non gasarmi, ma spero tanto di non farci mai l'abitudine, perché sto vivendo un sogno e mi piace da morire. 

venerdì 21 ottobre 2011

Copie

Sono arrivate le mie cinque copie! Sono arrivate le mie cinque copie! Sono arrivate le mie cinque copie! Sono arrivate le mie cinque copie...
Ok, adesso la pianto.
Sono bruttissime, con la loro sovraccopertona gialla e rossa, e sono enormi - praticamente un'arma impropria... però sono meravigliose!
Continuo a prenderle in mano e maneggiarle, le appoggio nella libreria, su un mobile e sull'altro, annuso il profumo della carta inchiostrata, se potessi le mangerei.
Mi padre, quando gli ho messo in mano la sua, si è commosso.
E mia madre sta cucinando quiches e torte salate e arrosto con gli scalogni (come nei Buddenbrook), perché per stasera ha invitato a cena un fracasso di gente per una festa a sorpresa. Sì, in teoria non dovrei saperne niente, ma un po' mia sorella non sa tenere un segreto nemmeno per sbaglio, e un po' il profumo di cucina è inequivocabile...
Non sapete come sono felice.
Sono arrivate le mie cinque copie: significa che è proprio tutto vero!

domenica 9 ottobre 2011

Sono una bestiaccia egoista

Mio cugino Fede parte per il Brasile.
Va a fare tre mesi di lavoro volontario in un ospedale missionario... Fede è uno specializzando in pneumologia, e quindi è molto nobile che vada. E sia chiaro: lo ammiro molto.
Solo che questo significa che Fede non ci sarà per la presentazione di Strada Nuova, e non c'è limite a quanto mi dispiace.
Fede è il mio cugino preferito e il mio confidente letterario, il membro della famiglia che non leva gli occhi al cielo quando comincio a parlare dei miei libri o di storia in generale, quello a cui telefono nei momenti di panico...
E allora sono molto fiera di lui per quello che fa - solo che sono una bestiaccia egoista e avrei preferito che lo facesse dopo la presentazione.

martedì 4 ottobre 2011

In stampa!

Ok, non è domenica e infatti sto scrivendo dal vivaio, ma devo!
Telefonata di Marcella: Strada Nuova va in stampa!

domenica 25 settembre 2011

Panico

Aiuto! Stamattina a messa ho incontrato una persona che ho usato come modello per un personaggio di Strada Nuova. E' un ritratto abbastanza dal vero... e non lusinghierissimo.
Chiacchierando è saltata fuori la faccenda del libro che sta per uscire.
- Che bello! Non vedo l'ora di leggerlo... -
Aiuto! E se si riconosce? E se si offende? Che cosa faccio se mi chiede conto della  faccenda? Avrei dovuto pensarci prima, vero?
E invece ogni tanto lo faccio, e dopo mi sento in colpa - o meglio, più che sentirmi in colpa ho il terrore di essere scoperta. Per dire, Lavinia è basata su una mia cugina, e non sono sicura che le farà piacere fino in fondo. Anche Gerardo è basato su mio cugino Fede - lui più o meno lo sa e poi è tipo da cogliere con piacere le somiglianze e le differenze.
Di altra gente non sono altrettanto sicura.
E siccome so che poi ci sto male (ci sono precedenti con un racconto, questa non è teoria, ma vita vera!) la domanda è: perché continuo a farlo?
Non uso molti ritratti dal vero, per lo più preferisco combinare le caratteristiche di persone diverse e creare i personaggi by mix 'n match. Ma ogni tanto c'è qualcuno di troppo perfetto per la parte, e allora il Demonietto dello Scrittore comincia a sussurrare dietro la mia spalla, a dirmi che la persona in questione non leggerà mai il mio romanzo, che se legge non si riconoscerà, che se si riconosce non si offenderà...
E io ci casco e lo faccio di nuovo.
E andava tutto bene finché i romanzi rimanevano nel cassetto, ma adesso che Strada Nuova va Là Fuori?
Come dicevasi più sopra: aiuto!

domenica 18 settembre 2011

Bozze

Sto lavorando come una matta sulle bozze.
Le prime bozze! Un'emozione, quando è arrivato il pacco... L'editor mi ha mandato anche un elenco di segni convenzionali da usare. Marcella ha detto di non stare a impazzire e annotare gli errori, ma mi piacciono troppo per non usarli.
Siccome mi fido di me stessa solo fino a un certo punto, sto facendo passare le bozze per tutta la famiglia. Mio padre non è la persona più paziente del mondo, ma mia madre e mia sorella sono soprannominate a partire da oggi Occhio di Lince e Occhio d'Aquila rispettivamente.
Voglio dire: Cristina vede gli spazi doppi! E a mia madre non sfugge una virgola - letteralmente. Per fortuna che ci sono.
E poi, già che c'ero, e siccome sono davvero terrorizzata dai refusi (non so voi, ma i refusi su una pagina stampata mi danno veramente la gastrite) ho reclutato anche un paio di cugini, mio cognato e il mio amico Edo. Gli ultimi due sono ingegneri, e tutti sappiamo che gli ingegneri hanno occhio per i dettagli - o almeno si spera.
In tutto siamo in otto. Dovremmo riuscire a sterminare tutte le pulci, che dite?

domenica 31 luglio 2011

Chiuso Per Ferie

Ferie, finalmente!
Domani parto per Cuneo: tre giorni a casa di Trilly (con ricerche annesse, se trovo qualcosa di aperto - lei dice di sì) e poi andiamo in Val d'Aosta per una settimana.
Mi porto da leggere l'ultimo di Rita Charbonnier, L'Uomo dagli Occhi Glauchi di Patrizia Vandebicke e quel che troverò sul Settecento Piemontese in biblioteca a Cuneo.
Ci risentiamo quando torno.

domenica 10 luglio 2011

Incipit e Tuia

Un annuncio abbastanza gratuito, ma non succedeva da tempo e volevo darne notizia: ieri mattina, mentre cercavo una tuia smarrita in giro per il vivaio, mi è balzato in mente qualcosa che non sarà l'incipit definitivo del romanzo nuovo, ma sarà - credo - la prima riga da cui inizierò a scrivere la prima stesura.

Da "con l'aiuto del Santo tutto andrà a finir bene", la gente era passata a dire che, se il Santo non ci metteva la mano, andava a finir male. A Michele non sembrava un buon segno.

Oh, e per la cronaca: credo di avere scelto l'assedio del 1744.

domenica 26 giugno 2011

Marcella

Mi accorgo che ogni tanto scrivo di Marcella e non ho mai spiegato chi è.
Marcella - detta Marce, ma non da me - è un fantastico personaggio, mezza acquisition editor e mezza baby-sitter - che la casa editrice mette alle calcagna degli autori novellini come la sottoscritta.
Materna, disponibile, con un accento toscano che mette simpatia solo a sentirlo, ti dà sempre ragione e, mentre lo fa, ti convince che invece ha torto marcio.
Io mi fido di lei, perché fa questo lavoro da un sacco di anni, e perché da come parla di libri si capisce che ne sa una più del diavolo in materia. E' bravissima, e sono grata che lavori con me.
E' solo dopo, quando metto giù il telefono e mi rendo conto che, una volta di più, finirò col fare esattamente come vuole lei, che mi viente un tantino di gastrite. Tutte le volte.

Non la chiamerò mai Marce. Per me lei è Marcerommel, la Volpe del Deserto Editoriale.

domenica 12 giugno 2011

Ira Funesta

Ma che cosa ho fatto di male?!
Apparentemente non avevo ancora finito, con la dannata copertina... Non bastava il tramonto di sangue con gli scamiciati di Delacroix, no: venerdì mi arriva la bozza del risvolto, e mi sarei mi sono messa a piangere.
Perché io non avevo capito, ma ci sarà una sovraccoperta - e già questo mi dà il mal di stomaco, perché detesto le sovraccoperte with a passion, ma non è ancora niente.
La ciliegina sulla torta è il risvolto. Chiunque l'abbia scritto, descrive Strada Nuova come "un'appassionata storia d'amore sullo sfondo epico dei moti risorgimentali..." e via delirando per trecentocinquanta parole.
Orrore!
I miei personaggi descritti come i protagonisti di una soap opera - e in realtà, se c'è qualcosa Strada Nuova proprio non è, è un romanzo sentimentale.
Ira funesta.
E allora ho telefonato a Marcella con tutte le buone intenzioni di essere ragionevole, ma poi mi sono arrabbiata da morire - tanto che Marcella è rimasta un po' allibita.
A ripensarci adesso mi viene un po' da ridere. E' che non mi arrabbio spesso, e allora quando succede la gente rimane spiazzata. Persino Marcella, mentre facevo fuoco e fiamme e ripetevo che quel cumulo di ovvietà zuccherose non aveva niente a che fare con il mio libro.
Naturalmente poi lei non è rimasta spiazzata a lungo. Come capita sempre in questo genere di cose, mi ha detto che in teoria ho ragione, e in pratica la maggior parte della gente non compra volentieri un libro di quattrocento pagine se non pensa che ci sia dentro una bella storiellona d'amore.
Bisogna invogliarli, i lettori.
- E tu, che sei una commerciante, dovresti saperlo. -
A me il commercio non piace particolarmente, e adesso comincio a non essere sicurissima che mi piaccia nemmeno il mondo dell'editoria. Se non altro, alla casa editrice non devo starci otto ore per day.
- E se non altro hanno visto che non sei poi così cedevole e accondiscendente, ed è tanto di guadagnato," dice mia madre.
Sarà, ma il sugo della storia è che la dannata sovraccoperta andrà in stampa esattamente com'era.
Ripeto: che cosa ho fatto di male? Che sia la punizione divina per le quantità di Risorgimento che in questi anni ho inflitto a famigliari e amici alla minima provocazione - e spesso anche senza?

domenica 22 maggio 2011

L'Idea Nuova!

Dopo tutto comincio a pensare che un secondo libro ci sarà.
E volete sapere di che cosa parlerà? Assedi.
O almeno un assedio, ancora non so quale.
Dunque, cominciamo dal princio, and let's give credit where it's due. Il merito è tutto di Trilly, che come potete immaginare non si chiama affatto Trilly, ma è la mia migliore amica fin dall'Università e abita a Cuneo. Sono secoli che cerca di convincermi a leggere qualcosa sulla storia di Cuneo, e quando mi ci sono decisa ho scoperto che aveva ragione da vendere. Cuneo è stata assediata un fracasso di volte, e soprattutto i due assedi del 1691 e del 1744 promettono un sacco.
Mi piacciono gli assedi...
Ancora non so bene come siamo messi a fonti - forse non benissimissimo, e questo può voler dire un sacco di ricerche disagevoli, ma anche un margine di manovra accettabile. Intanto, la prima settimana di agosto vado ospite da Trilly - che tra l'altro lavora al museo, conosce il rettore dell'archivio diocesano e va tanto spesso in biblioteca che fa praticamente parte dell'arredamento... Non vedo l'ora.
E così, dopo tutto, sono di nuovo in sella.
Hooray!

domenica 10 aprile 2011

Copertina?

Ecco, se credevo che l'editing fosse un dramma, non avevo idea.
Mercoledì è arrivata la bozza della copertina. Non stavo nella pelle all'idea di vederla... insomma, dopo tutto è la faccia del mio libro, giusto? Quella da cui fin troppa gente deciderà se leggerlo o no.
E la copertina è orribile. Non bruttina, non un po' così, no: proprio O-R-R-I-B-I-L-E!
Su uno sfondo che va dall'ocra al rosso, tipo tramonto-di-sangue, hanno piazzato due figure prese dalla Libertà che guida il Popolo di Delacroix. Due rivoltosi: uno in tuba e giacca e uno scamiciato con una sciabola evidentemente non sua. E già Delacroix non c'entra nulla col Quarantotto e meno ancora con Pavia...
E poi di operai non ce n'erano, era una faccenda di studenti, e comunque nessuno era armato.
E l'ho detto, oh se l'ho detto. Ho scritto mail frenetiche, ho telefonato, ho rotto le scatole a tutti quelli che ho potuto raggiungere...
A un certo punto, presumo per disperazione, mi hanno fatto parlare con il responsabile editoriale in persona. E lui mi ha ascoltata mentre ripetevo per tre volte di fila tutte le mie buone ragioni, poi mi ha detto che sì, sì, è tutto vero, però ci sono questioni di veste grafica della collana, di costi, di permessi di riproduzione per cui la scelta era limitata e, una volta fatta, irrevocabile.
- Ma non si disperi, sa? - ha concluso tutto allegro. - Le prometto che se c'è una seconda edizione ne riparliamo. -
Ovvero campa cavallo! L'avrei strozzato, se avessi potuto...
Quindi sì, sono molto infelice: la mia copertina è brutta, la mia copertina è brutta, la mia copertina è brutta...

mercoledì 16 marzo 2011

Font

Uffa, mi accorgo di avere scelto un font troppo grosso per il blog, e adesso non sono più capace di modificarlo...
Dovrò rassegnarmi all'idea che Irene, Writing somigli a un libro large print.

Sindrome da secondo libro

Sono in crisi.
Praticamente, da dopo che ho finito Strada Nuova, non ho più scritto.
Prima ci sono state le revisioni infinite per mandarlo in cerca di fortuna, poi ho preso qualche mese sabbatico, perché ci voleva.
Poi al vivaio le cose si sono fatte frenetiche e non è che ci fosse molto tempo. Ho cominciato due o tre racconti e li ho piantati lì tutti tranne uno. E persino il fatto che con quell'uno abbia avuto una menzione speciale della giuria al Premio Gente del Fiume è una consolazione relativa. 
Perché la morale è che non scrivo sul serio da quasi due anni. E mi manca da matti.
Il fatto è che all'inizio mi sentivo come se in Strada Nuova avessi detto tutto quello che potevo avere da dire. Così non ho scritto per un sacco di tempo e adesso che vorrei tanto riprendere, rimando sempre a domani, non ho mai tempo, e quando ce l'ho faccio di tutto fuorché scrivere.
Mi sa che ho il blocco dello scrittore...
Ma non è un po' prestino, dopo un libro solo?

domenica 6 febbraio 2011

Editing in corso

Io non lo sapevo che ci fossero gli editor. O almeno, se lo sapevo, credevo che si occupassero di Raymond Carver e Bruce Chatwin.
Invece ne ho una anch'io.
Non si chiama Daniela, ma faremo finta di sì.
Mi dice che Gl'Insorti è scorretto, che bisogna scrivere Gli Insorti.
E io le dico che lo so, ma era corretto nell'Ottocento.
Mi dice che guernire è scorretto, che bisogna scrivere guarnire.
E io le dico che lo so, ma era corretto nell'Ottocento.
Mi dice che tutti quei parevan, avevan, fan, han eccetera non fanno niente per rendere leggibile il tutto.
E mi dice che" io aveva" confonde il lettore...
Io sto cercando di spiegarle che l'idea è che questo libro sembri scritto nell'Ottocento, e che quindi tutte queste cose sono deliberate. Molto deliberate. Più deliberate di così non potrebbero essere...
E lei dice che è tutto molto bello, ma se il lettore dopo due pagine ne ha abbastanza, allora lo è molto meno.

Argh!

Avrò qualche speranza di spuntarla?

domenica 30 gennaio 2011

Pessima blogger

Non credo di avere cominciato molto bene. E' che non ho mai tempo...
Mi vengono in mente mille cose che potrei scrivere qui, e poi non ho mai tempo.
La domenica sarebbe l'unico giorno utile, ma oggi sono andata a sciare a Obereggen, e non c'è niente che non mi faccia male.
Però una cosa la scrivo: Strada Nuova sta per entrare in editing. 

lunedì 10 gennaio 2011

Pubblico!

Per un sacco di tempo ho scritto quasi di nascosto.

Beh, forse non è del tutto vero: lo sapeva la famiglia (fin troppo, secondo mia sorella), lo sapevano gli amici, lo sapeva un sacco di gente, a ben vedere, ma solo in teoria. Non mi sarei mai sognata di dire "sono una scrittrice."
Al massimo, se proprio me lo chiedevano, dicevo che mi piace scrivere. E' diverso.

Però adesso la faccenda è cambiata, perché pubblico!!

Pubblico il mio primo romanzo, che si chiama Gl'Insorti di Strada Nuova. Lo pubblico davvero, con una casa editrice vera, e tutto quanto.

Faccio ancora un po' fatica a crederci, ma dev'essere proprio vero, perché ho firmato un contratto... E all'improvviso non credo più a tutto quel che si dice sullo scrivere solo per se stessi. "Non m'importa pubblicare, lo faccio per me." Sì, come no? Don't get me wrong: lo dicevo anch'io, solo che non sapevo quel che dicevo.

E altrettanto all'improvviso sono una scrittrice. Lo sarò ancora di più quando terrò in mano Strada Nuova in carta e inchiostro, però già adesso non sento più l'esigenza di mormorare ad occhi bassi che "mi piace scrivere". Anzi, figuratevi: sento persino l'esigenza di aprire un blog...

Il che forse non è una buona idea, ma pazienza. Se v'interessano i ravings di una che di giorno vende siepi di bosso e alla sera scrive (detto così suono un po' come Paperinik, vero? Chiamatemi Gualtierik!), allora siete nel posto giusto.